1 newsletter della TroikaWatch

In questa newsletter puoi leggere su:

La situazione generale

Gli ultimi mesi dell’anno sono solitamente il periodo in cui i parlamenti nazionali votano sul budget dell’anno successivo. Come negli anni passati, in molti importanti Paesi sono previsti tagli nei servizi sociali e ulteriori privatizzazioni. Nonostante notizie dai mercati finanziari che sembrano positive, continua l’austerità per la gente comune. Non a caso.

Quando la newsletter sarà spedita l’Irlanda sarà il primo Paese ad uscire da un programma di troika. Sfortunatamente, la differenza per la gente comune non sarà notevole, perchè l’austerità continua. Lo stesso vale per la gente comune di altri Paesi come Spagna o Portogallo che intendono seguire il percorso irlandese. Ogni Paese che crede di uscire dalla crisi con l’austerità, avrà austerità per sempre.

La situazione attuale è caratterizzata da una troika che porta ad un’ulteriore austerità e da governi che fanno semplicemente bella mostra sostenendo di vedere sviluppi positivi per il futuro che non avverranno mai se la politica attuale continua. Nè la troika nè i governi nazionali parlano di quello che dovrebbe essere discusso: un sostanziale aiuto per affrontare il debito in molti Paesi- non solo per il settore pubblico ma anche per quello private- il ripristino dei servizi pubblici e investimenti sostanziali per affrontare alcune delle principali sfide del nostro tempo, come il cambiamento del clima e la scarsità delle risorse.

Con la pubblicazione di questa newsletter che riguarda i Paesi colpiti dalla troika, speriamo di essere parte di un crescent movimento che un giorno potrà cambiare la situazione.

Grecia

Quando la troika ha lasciato la sua missione di revisione in Grecia a Novembre ci fu una grande disputa sulle cifre nel budget previsto per l’anno prossimo. La troika stima un deficit del budget di circa 1 billione di euro in più rispetto a quello del governo. Nel frattempo, il parlamento greco ha votato per il budget senza il consenso della troika. La troika sembra ritardare tutte le decisioni importanti e la pressione sul memorandum greco per evitare una crisi politica nei prossimi sei mesi: il governo greco può perdere la sua difficile maggioranza in parlamento e cadere causando elezioni generali. Questo rischio infatti rappresenta un problema per l’agenza della presidenza UE (la Grecia lascia la presidenza UE a Gennaio) in un momento politico delicato (le elezioni europee). Pertanto, dopo un gran rumore e minacciando di rimandare ulteriori negoziazioni sui pagamenti nella prossima fase di bailout all’inizio del prossimo anno, la troika è stata calmata ed è ritornata ad Atene il 10 Dicembre.

Ulteriori ritardi e deficit peggioreranno la situazione del debito perchè i debiti devono essere finanziati con ulteriori crediti a breve termine da parte dei mercati finanziari, per cui la Grecia deve pagare tassi di interesse maggiori rispetto ai prestiti della troika. Né ulteriori tagli resi necessari dalla troika né l’apparenza del governo greco possono fare uscire il Paese dalla crisi.

Anche senza ulteriori tagli effettuati dalla troika, il prossimo anno sarà nuovamente un disastro per molta gente in Grecia.Alla fine dell’anno scade il divieto sul pignoramento delle case e ci sarà una disputa con la trokia su se e come dovrà essere rinnovato.

Mentre il Paese soffre ancora un tasso di disoccupazione del 27 percento, sono previsti ancora molti licenziamenti. Per soddisfare le necessità della troika, il governo greco ha concordato di licenziare un ulteriore numero di 14.000 impiegati nel settore pubblico il prossimo anno.

Ci sono scioperi nelle università, nel settore sanitario e ministeri dove molti dei licenziamenti avranno luogo, e porteste degli insegnati che saranno colpiti dalle previste chiusure delle scuole. Inoltre le mobilizzazioni da parte delle unioni sidacali e degli studenti sono avvenute durante l’ispezione della trokia a Novembre e prima del voto in parlamento sul budget.

Con l’inverno greco che sta iniziando, i prezzi dell’energia sono ancora un problema per molta gente. Nella Grecia settentrionale, dove le prime scuole sono state chiuse per la mancanza di fondi per pagare il riscaldamento molta gente cerca di riscaldare le casa con la legna perchè l’elettricità è stata tagliata perchè non poteva pagare le bollette.

Nelle scorse settimane tre persone sono morte per aver respirato monossido di carbonio o bruciate in incendi di case. Il prezzo dell’elettricità in Grecia è aumentato del 59 percento dal 2007, mentre il reddito del 10 percento dei greci più poveri nel 2012 era meno della metà rispetto al 2009. In molte città la gente ha formato comitati di solidarietà che organizzano la condivisione di elettricità, in un atto di disobbedienza.

Irlanda

A Dicembre, l’Irlanda sarà il primo Paese a concordare l’uscita dall’accordo della troika, senza ulteriori crediti precauzionali o garanzie- cosa che è stata largamente considerata nesessaria. Il governo irlandese ha in tal modo dimostrato con coraggio la sua abilità di continuare senza aiuti esterni. Comunque, questo potrebbe essere un messaggio piuttosto della realtà. L’Irlanda sarà ancora sottoposta alla soverglianza del suo „progresso“ nell’attuazione delle riforme dai tre enti della troika, ogni sei mesi (in base al contratto della troika era ogni tre mesi).

Mentre la troika e il governo fanno il loro meglio per promuovere il ritorno ai mercati come una storia di successo, la realtà della gente in Irlanda sembra piuttosto diversa. Nella sua relazione finale, la troika critica il fallimento da parte del governo nel raggiungimento dell’obiettivo dei tagli previsti nel settore sanitario-di 200 millioni di euro invece dei 600 millioni promessi. Nel budget per il 2014, il governo programma di ridurre il deficit di ulteriori 2,5 billioni di euro; il settore sanitario è uno dei principali settori che sono nel mirino. Per esempio, il sistema di tessera sanitaria in Irlanda (i cui detentori hanno diritto a trattamenti gratuiti) sarà rivisto:il governo mira a ridurre il numero delle persone che possono usufruire di tale programma. Inoltre, mentre la gente adesso prende sussidi di malattia dope tre giorni, il periodo sarà aumentato a sei giorni.

Fin dall’inizo della crisi il numero di disoccupati è triplicato da 107.00 a 296.000 persone. Il debito pubblico è aumentato dal 91 percento del PIL nel 210 al 121 percento nel 2013. Il debbito pro-capite è aumentato raggiungendo il 200 percento del PIL, mentre il valore degli immobili che ha causato il debito inizialmente è dimezzato dall’inizio della crisi.

Portogallo

Come l’Irlanda il Portogallo intende ritornare nei mercati finanziari. Per raggiungere tale obiettivo, il governo è disposto a pagare un caro prezzo. All’inizio di Dicembre ha fatto un accordo sul debito, postponendo il pagamento del debito dovuto nel 2014 e nel 2015 di tre anni. Questo costerà un ulteriore 290 millioni di euro di interessi nei prossimi due anni.

Nel budget del 2014, il governo prevede tagli di un totale di 3,9 billioni di euro che equivale al 2,3 percento del PIL portoghese. I salari nel settore pubblico saranno tagliati tra il 2,5 (salari da 675 euro al mese) al 10 percento (salari oltre i 2000 euro al mese), mentre l’orario di lavoro sarà aumentato da 35 a 40 ore alla settimana.

Inoltre il governo intende ridurre tutte le pensioni che superano i 600 euro al mese del 10 percento, ma è ancora in fase di consultazione con la corte costituzionale sull’approvazione, poichè la corte ha già rifiutato una porposta simile poco tempo fa. Mentre la gente ordinaria è sottoposta a tagli, le ditte sono aiutate dal governo con una riduzione delle tasse.

All’inizio di Dicembre il Portogallo ha venduto in borsa il 70 percento delle poste, una ditta pubblica che rende profitti. Ulteriori privatizzazioni sono previste per l’acqua e per la compagnia aerea nazionale TAP.

Ci sono discussioni tra la troika e il governo sul salario minimo e la contrattazione salariale. La troika chiede un salario minimo più basso e una maggiore liberalizzazione del mercato del lavoro, che è qualcosa che anche i datori di lavoro portoghesi respingono poiché temono un ulteriore calo della domanda interna. Mentre il governo afferma di vedere la luce alla fine del tunnel, gli ultimi dati statistici da Settembre dicono che la domanda interna in Portogallo è scesa del 1,5 per cento, gli investimenti del 3,3 per cento e il consumo dell’ 1,2 per cento rispetto allo stesso periodo nello scorso anno.

Quando il parlamento ha votato il bilancio, una protesta di massa ha avuto luogo di fronte al palazzo, dove le persone hanno chiesto le dimissioni del governo. Una settimana prima, gli agenti di polizia hanno protestato contro i tagli e alcuni lavoratori dei servizi di posta hanno iniziato uno sciopero contro la privatizzazione della loro azienda.

Cipro

Al fine di ottenere la prossima fase dalla troika, il governo cipriota ha dovuto preparare un piano per la privatizzazione delle imprese statali da cui dovrebbe guadagnare € 14 billioni di euro. Secondo questo piano , la società di telecomunicazioni , la società elettrica e portuale devono essere privatizzate entro la fine di giugno 2016. I sindacati hanno protestato contro questi piani . Il 14 Dicembre i sindacati hanno organizzato un raduno di massa.

Spagna

Nonostante un avvertimento in base alla nuova normativa del two pack, che richiede che i bilanci dei Paesi debbano essere “approvati” dalla Commissione Europea , la Spagna sostiene di aver completato tutte le riforme necessarie per il suo pacchetto di prestito CE e che il settore bancario stia ‘ migliorando ‘ tanto che non avrà i fondi di emergenza rimanenti che sono stati messi a disposizione . Come con l’Irlanda , l’altra celebre ‘ uscita’ , la Spagna continuerà a dover essere sottoposta al monitoraggio semestrale dello stato di avanzamento delle sue riforme necessarie, fino al rimborso del 75 per cento dei prestiti di emergenza fornito dalla UE ( € 41 billioni dei 100 miliardi di euro del pacchetto).

Dopo una riforma costituzionale per dare priorità di rimborso del debito sui diritti delle persone (promosso dalla troika e senza alcun consenso sociale), il governo ha iniziato ad attuare privatizzazioni nel settore pubblico e tagli nei servizi pubblici essenziali come l’istruzione, la sanità ei servizi sociali. L’età pensionabile è stata ritardata, le condizioni di vita peggiorano, le pensioni sono state congelate ed i diritti dei lavoratori decurtati.

La Spagna ha visto molte grandi mobilitazioni contro l’austerità negli ultimi anni e la società civile si sta organizzando per agire. Esempi sono: piattaforme di cittadini che impediscono il successo di sgomberi delle case o che efettuano la revisione del debito, i lavoratori che lottano nei settori di assistenza sanitaria o istruzione e collettivi in lotta contro i tagli e la corruzione attraverso i tribunali. In risposta, il governo ha ora in programma una nuova legge anti- protesta per la criminalizzazione delle proteste (con multe fino a € 600,000).

Italia

Come la Spagna , l’Italia è stata sottoposta a pressione da parte della ommissione europea per
rivalutare il suo bilancio nazionale nell’ambito della nuovo normativa del two pack, che conferisce alla commissione il diritto di effettuare la sorveglianza ed eseguire l’analisi dei bilanci nazionali previsti. Il commissario UE Rehn ha sottolineato che l’Italia ha bisogno di un aggiustamento strutturale del debito pari a mezzo punto percentuale del suo prodotto interno lordo, mentre è attualmente solo allo 0,1 per cento . La conseguenza dal punto di vista della commissione è che il Paese non si qualifica per la “clausola di investimento” della UE , che consentirebbe di escludere un finanziamento pubblico dai suoi calcoli del deficit di bilancio , in quanto il piano di spesa del governo non taglierà il debito pubblico in Italia abbastanza velocemente.

Lunedi ‘ il 9 dicembre, migliaia di agricoltori, camionisti, pensionati e disoccupati sono scesi in piazza in Italia come parte di una serie di proteste contro il governo e l’Unione europea . I manifestanti hanno fermato i treni camminando sui binari , mentre gli autotrasportatori in sciopero hanno interrotto il traffico guidando lentamente e bloccando le strade . Sono previste ulteriori proteste.

Slovenia

Pur avendo grossi problemi nel settore bancario, la Slovenia spera ancora di sfuggire alla troika. Recentemente è stato effettuato uno studio nel settore bancario, i cui risultati dovrebbero già essere pubblicati quando questa newsletter sarà spedita. Ci sono aspettative che prestiti sbagliati potrebbero contare fino a 7,9 miliardi di euro (circa 20 per cento del PIL). Tuttavia la Banca Centrale Slovena, che ha detto che avrebbe già conosciuto i risultati dello studio sullo stress, è ottimista sul fatto che il governo può ricapitalizzare il sistema bancario per conto suo. Si dice che una somma fino a € 4,7 billioni potrebbe essere necessaria per questo scopo.

Chi siamo e perché scriviamo questa newsletter

Questa è la prima newsletter della TroikaWatch. Con questa newsletter, vogliamo coprire le notizie circa la troika, la situazione nei Paesi da essa colpiti e l’opposizione e la resistenza contro di essa. Ci auguriamo che questo possa aiutare il collegamentodelle lotte ed essere un contributo per rafforzare la resistenza contro le politiche di austerità.

Siamo un gruppo di persone che per lo più si conoscono da incontri come il Forum Sociale Europeo, Firenze 10 +10, il Altersummit, UE in crisi o Blockupy. Alcuni di noi lavorano per le ONG progressive come il progetto di Bretton Woods, CEO, CADTM o TNI, altri sono attivisti in reti come Attac o ICAN.

Abbiamo intenzione di pubblicare questa newsletter una o due volte al mese in inglese, francese, tedesco, greco, italiano, olandese, portoghese, sloveno e spagnolo . Puoi iscriverti alla newsletter su http://www.troikawatch.net/lists/?p=subscribe&id=7 e contattarci inviando una mail a info@troikawatch.net.

Saluti da Amsterdam, Atene, Berlino, Bruxelles, Francoforte, Kopenhagen, Lisbona, Lubiana, Londra, Barcellona e Salonicco,
Il Team della TroikaWatch

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