4° newsletter di TroikaWatch

All’interno di questa newsletter puoi trovare informazioni su:

Situazione generale

Qui puoi trovare i risultati delle elezioni europee.

Nel periodo precedente alle elezioni i governi e le istituzioni comunitarie hanno cercato di evitare di dare cattive notizie sullo stato dell’economia. Ciò nonostante, la crisi sicuramente non è passata e, pertanto, possiamo prevedere l’uscita di notizie maggiormente negative successivamente alle elezioni. Da molti paesi sentiamo discussioni secondo cui i governi vogliono rendere più semplice per le banche l’operazione di pignoramento delle abitazioni di persone indebitate.

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Livello europeo

A livello europeo c’è una paura crescente di deflazione, per cui si prevedono ulteriori misure ‘non convenzionali’ da parte della BCE. A livello internazionale, le negoziazioni per il TTIP (l’accordo commerciale tra gli USA e l’UE) continuano.

Ma prosegue anche la resistenza ad esso. In molti paesi la gente è scesa in piazza ed e intervenuta nelle giornate europee di mobilitazione della coalizione Blockupy per protestare contro le attuali politiche di austerità in tutta Europa. A Bruxelles, il 15 maggio, centinaia di persone sono scese in piazza contro l’accordo TTIP e l’austerità, quando il Summit dell’Unione Europea riuniva i leader politici e gli uomini d’affari. La polizia ha arrestato più di 200 dimostranti pacifici.

Un tribunale d’opinione sulla governance economica della UE e sulla Troika [en] si è riunito a Bruxelles nei giorni 15 e 16 maggio, nell’ambito del quale undici testimoni provenienti da dieci stati dell’Europa meridionale, orientale e occidentale hanno presentato una relazione sul fallimento delle politiche della UE e della Troika come metodi per affrontare la crisi. Infatti, molti hanno testimoniato che la strategia dei provvedimenti dettati dalla politica di austerità è un attacco deliberato alle condizioni di vita delle persone, in specie delle classi lavoratrici. Secondo Georg Rammer (Attac Germany) “Le statistiche più recenti dell’OCSE indicano che il 20% circa della popolazione in Germania vive in condizioni di povertà o di esclusione sociale e ciò colpisce soprattutto i bambini”.

Relazioni da tutta Europa sul debito, sulla democrazia, sulla povertà, sui servizi pubblici, sui salari e sulle prospettive femministe non hanno fatto altro che corroborare i racconti relativi alle situazioni nazionali, indicando sviluppi allarmanti, incluso l’intensificarsi del razzismo e nel neofascismo.

Tuttavia, il messaggio dominante che è scaturito dal tribunale è che la resistenza continua con mobilitazioni grandi e piccole e molti esperimenti creativi di democrazia di base in tutta Europa. Ana Maria Jimenez della PAH (Piattaforma delle persone colpite da mutuo in Spagna) ha riferito: “Oggi siamo più di 200 gruppi in tutto lo stato. Abbiamo bloccato più di 1000 sfratti e ricollocato più di 1.000 persone con la nostra campagna Obra Social”. Il tribunale ha concluso con l’emissione di un verdetto [en] che sintetizza i contributi di tutti i partecipanti.

Molte dimostrazioni di protesta si sono tenute come parte della Settimana Europea di mobilitazione in stati quali Austria, Francia, Germania, Italia e Spagna, che si e conclusa il 25 maggio. Ulteriori informazioni su questi eventi si trovano sul sito web all’indirizzo May of Solidarity [en].

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Grecia

Dall’uscita della nostra ultima newsletter e come in essa annunciato, il governo greco alla fine ha accettato tutte le condizioni imposte dalla Troika per ottenere lo sblocco di una tranche di 8,8 miliardi di euro di prestiti necessari per rimborsare i finanziamenti e gli interessi da pagare entro la fine di maggio, prima delle elezioni europee.

Lo sblocco di tale cifra insieme alla conferma da parte di Eurostat e della Troika dell’avanzo di bilancio primario ha alimentato una campagna di sostegno alla finzione che la Grecia si fosse ripresa, che i programmi di austerità e la Troika fossero ormai giunti al termine, con una rinnovata fiducia dei mercati. Per dimostrare quest’ultimo punto si è ricorsi all’emissione ben organizzata e ben riuscita di obbligazioni a breve termine ad un tasso inferiore al 5%.

Inoltre, la Troika ha permesso la distribuzione di concessioni elettorali (compensi di 500 euro) da destinare ad un gruppo mirato di 1.000.000 di elettori per influenzare il loro voto nelle elezioni a livello locale ed europeo, queste ultime tenutesi il 18 e il 25 maggio.

La nascita improvvisa di un nuovo partito (POTAMI=Il Fiume), che ha riscosso molta attenzione dei media, e ha molti punti in comune con il Movimento 5 Stelle italiano – attestandosi su una posizione di centro-sinistra – si attendeva che ottenesse fino al 10% dei voti, e ha modificato il panorama elettorale. La prevista vittoria netta di SYRIZA alle elezioni europee del 25 maggio che era stata messa in dubbio dalle ultime proiezioni, ha cambiato radicalmente il panorama politico (Syriza in testa con 26.7% contro il 22.75% dei conservatori).

Tuttavia alcuni fatti chiave, inizialmente tenuti nascosti, sono piano piano emersi: l’avanzo primario nasconde un disavanzo del 12,7% del PIL per l’enorme ricapitalizzazione delle banche greche da parte dello stato (10% del PIL) avvenuta nel 2013, che non è stata presa in considerazione [en] per il calcolo del bilancio:
ciò spiega come mai il rapporto debito/PIL è salito al 175% [fr], il che allontana inevitabilmente la prospettiva di qualsiasi alleggerimento dalle misure di austerità, dalla disoccupazione, dalla povertà, dalla Troika e da nuovi programmi negli anni a venire se, come previsto, non si decideranno tagli di alcun genere ai rimborsi sul debito.

Nuove misure sulle pensioni e sul pignoramento delle abitazioni di persone indebitate a prezzi irrisori erano gia sul tavolo prima delle elezioni, mentre entro il 2017 si devono trovare 7,7 miliardi di euro con ulteriori misure di austerità, privatizzazioni e imposte.

E come ha scritto l’economista greco Yanis Varouvakis nel suo blog [en], oltre al “salvataggio” ufficiale le banche greche hanno ricevuto di nascosto anche finanziamenti aggiuntivi di pari importo e ciò porterà in futuro ad un aumento ulteriore del debito greco.

Il 18 maggio si è tenuta la prima tornata elettorale a livello locale [en]. La maggioranza dei candidati dei due partiti di governo (Nea Demokratia e PASOK) che è riuscita a passare al secondo turno non ha indicato il partito di provenienza. Tale fatto li ha probabilmente agevolati, dato che nei risultati li troviamo in molti collegi nella seconda tornata elettorale. Per la prima volta nella storia recente SYRIZA ha battuto la destra ad Atene e nell’Attica e Alba Dorata ha raggiunto l’8% come previsto, raggiungendo ad Atene addirittura la pericolosa soglia del 15% dei voti.

Ciò nonostante, il fatto che i candidati non fossero obbligati a rendere noto il nome del partito che rappresentavano ha reso queste elezioni amministrative poco significative rispetto al reale panorama politico e alla legittimità del governo in carica. Le elezioni europee del 25 maggio ci hanno fornito
maggiori indicazioni, poiché i candidati erano obbligati a rendere noto il nome del partito che rappresentavano.

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Irlanda

In Irlanda sempre più voci si levano per affermare che le autorità europee hanno costretto con minacce il governo irlandese a salvare il sistema bancario e le banche straniere, principalmente tedesche e francesi, evitando loro di accollarsi enormi perdite (facendole pagare ai cittadini irlandesi). “E stato vergognoso da parte della Germania, della Commissione Europea e soprattutto della BCE minacciare l’uscita dell’Irlanda dall’euro, se non avesse portato avanti un così pazzesco sostegno finanziario, addossandolo agli irlandesi che hanno già sofferto abbastanza dal crollo dei prezzi delle case e da un’economia in ribasso, con un conto di 64 miliardi di euro per salvare le banche in fallimento, cioè 14.000 € per ogni uomo, donna e bambino”, ha detto Phillipe Legrain, un eminente ex consigliere del presidente della Commissione Barroso sul quotidiano Irish Independent [en] del 7 maggio. Adesso l’entità del debito irlandese consiste nel 125% rispetto al PIL e quintuplicato rispetto al 2007, prima della crisi, quando ammontava al 25% del PIL.

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Portogallo

Un’intensa campagna propagandistica [en] da parte del governo ha creato un quadro mitico della realtà: “[…] Il Primo Ministro Pedro Passos Coelho [aveva annunciato] che lo stato non avrebbe dovuto più rispondere ai creditori stranieri dopo il 17 maggio, data che sanciva la fine del programma di salvataggio”; “La decisione di uscire dal programma di salvataggio senza una rete di sicurezza è un grande successo per il governo”; “[Il governo] ha soddisfatto gli obiettivi per il taglio del deficit di bilancio dello stato”; “L’attività economica [del Portogallo] e risultata di nuovo positiva l’anno scorso”.

Queste dichiarazioni sono in contraddizione con altre fatte dagli stessi leader e dagli stessi ministri: “Sarebbe un’illusione immaginare che le politiche di austerità terminino a breve” (Primo Ministro Passos Coelho, ottobre 2013 [pt]); “Il programma di aggiustamento durerà circa 20 anni” (Oliveira Martins, febbraio 2014 [pt]); “Il Portogallo continuerà almeno fino al 2035 ad essere sotto sorveglianza speciale della Troika“ (Presidente Cavaco Silva, marzo 2014 [pt]), e simili.

D’altro canto, non ci sono prove sulla reale possibilità del Portogallo di pagare un debito che, sotto il dominio della Troika, in 3 anni è quasi raddoppiato, mentre il prodotto nazionale lordo e i proventi dello stato continuano a scendere; su questo argomento si veda lo studio completo [pt] di Grazia Tanta del 2 marzo 2014.

Lo stato di diritto sta per giungere al termine. Il governo propone pesanti restrizioni agli accordi collettivi sui salari e sui rapporti di lavoro (Notícias ao Minuto, 7th of March 2014 [pt]; MSN Notícias, 12th of May 2014 [pt] – entrambi in lingua portoghese). Lo straordinario non viene più pagato e la riduzione da 5 a 2 anni della durata degli contratti collettivi rivela la volonta nel futuro prossimo di porre fine a qualsiasi regolamentazione delle questioni lavorative.

Situazioni come quella che ha vissuto il vicinato di Santa Filomena dimostra anche la fine delle garanzie dello stato di diritto. A vantaggio di alcune grandi agenzie immobiliari, gli abitanti sono stati sfrattati e le loro case demolite per ordinanza del sindaco (dirigente del Partito Socialista) che ha chiamato la polizia per dare seguito in modo aggressivo all’atto di sgombero. Queste persone adesso vivono all’aperto, alcuni hanno trovato rifugio in una chiesa. 30 – 40 anni fa avevano comprato la terra dove abitavano e sulla quale pagavano le tasse (IMI); l’hanno acquistata dalla stessa amministrazione cittadina che adesso li ha espulsi (Habita [pt] – in lingua portoghese).

Our houses are not your casinos.

Titolo: “Le nostre case non sono i vostri casino”


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Cipro

Nonostante la rimozione delle misure che limitavano il prelievo di denaro dai depositi bancari decise ad aprile, dando la sensazione che le cose andassero meglio, la Troika, a meta maggio, ha emesso la 4° valutazione del programma di austerità per Cipro.

Ha affermato di essere soddisfatta [en] delle riforme del paese; il programma rimane, tuttavia, in vigore per riforme strutturali, programmi di ristrutturazione delle banche e per ridurre la spesa pubblica. Le proiezioni per la recessione sono state riviste dal 4,8 al 4,2%, il che dovrebbe aprire la strada al prossimo pagamento dei prestiti di salvataggio della Troika.

La pressione della Troika riguarda principalmente due questioni: il recupero da parte delle banche dei prestiti non più esigibili, rendendo più semplice il pignoramento da parte loro delle abitazioni di persone indebitate e l’accelerazione dei tagli nella sanità con l’adozione di un nuovo sistema sanitario.

Nel frattempo, la disoccupazione era a livelli elevati anche prima delle elezioni europee ed è stata una questione chiave durante la campagna elettorale. Si prevedeva che la protesta contro le politiche della Troika si esprimesse in un’elevata astensione dal voto (50% secondo le previsioni). Tuttavia, il partito al governo era considerato favorito e prevedeva di inviare 2 o 3 membri al Parlamento Europeo su un totale di 6 a cui Cipro ha diritto.

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Spagna

Il debito pubblico sta per superare il tetto del 100% del PIL. Questa questione ha occupato i titoli di testa nei media locali [es] a metà aprile. Sebbene ancora sotto ai livelli della Grecia e del Portogallo, il tasso di crescita del debito pubblico in Spagna ha subito un aumento vertiginoso, salendo dal 37% del PIL nel 2007 al 96,5% del PIL lo scorso febbraio e, secondo le previsioni, dovrebbe superare il 100% nel 2014.

A fine aprile il governo ha annunciato con orgoglio che la disoccupazione, che interessa circa il 26% della popolazione lavorativa, è scesa di 2.000 unità nell’ultimo trimestre, ma la realtà e che sono stati distrutti 184.000 posti di lavoro [es]. La disoccupazione scende perché la forza lavoro è scesa
di 187.000 unità negli ultimi tre mesi, principalmente a causa dell’emigrazione e di persone che non sono più iscritte all’ufficio di collocamento, in quanto non nutrono più alcuna speranza di trovare un lavoro.

In questo contesto, il governo spagnolo ha presentato una proposta di riforma fiscale [es] che favorisce il settore degli affari, aumentando le disuguaglianze (in uno stato che è al secondo posto per disuguaglianze in Europa dopo la Lettonia).

Nel settore privato c’è una presenza ovviamente in aumento di Vulture Funds [es] a caccia di beni immobiliari tossici e di fondi speculativi che acquistano proprietà pubbliche che poi vengono vendute a prezzi stracciati. Le misure imposte dalla Troika, volontariamente attuate dal governo, riguardanti il consolidamento di conti bancari attraverso la creazione di Bad Bank e la privatizzazione di beni e servizi pubblici, stanno iniziando a dare vantaggi ai predatori del sistema finanziario.

Come reazione a questa situazione, in Spagna continuano quotidianamente proteste e dimostrazioni, forum sociali sono stati tenuti a Madrid e a Barcellona e i cittadini continuano a resistere e a costruire alternative ogni giorno, mentre il governo fa pressione per criminalizzare le proteste [es].

map of movements

cittadini in lotta nati dal movimento 15M/Indignados


Image: Confluence of the Marches of Dignidad at the 22nd of March coming from all over Spain

la foto mostra la confluenza a Madrid delle marce provenienti da tutta la Spagna #22M

Le elezioni europee in Spagna hanno confermato una crisi profonda dei due partiti tradizionali. La nascita di un nuovo gruppo politico, Podemos[es], composto per la prevalenza da giovani, è stata una sorpresa: 5 deputati europei sono stati eletti. Impregnato dell’ ideologia del movimento 15M/ indignados, Podemos ha saputo mobilizzare un’attiva participazione cittadina che ha contribuito all’elaborazione del suo programma per l’Europa.

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Italia

Decine di migliaia di manifestanti hanno marciato su Roma [en] il 12 aprile per protestare contro le misure di austerità e le riforme economiche del nuovo governo di Matteo Renzi cosi come per ribadire il diritto ad un reddito, ad una casa e alla dignità per tutti. Il governo prevede infatti di risparmiare 6,7 milioni di euro attraverso tagli alla spesa, aumentando l’aliquota dell’IVA e un’importante riforma del mercato del lavoro (“Jobs Act”), che incoraggerà il precariato, mentre il paese vive ancora in un periodo di profonda instabilità economica.

Sono previste anche diverse misure di privatizzazione, tra cui la privatizzazione del 40% di Poste Italiane. Tutte queste misure, intese a risolvere la crisi del debito pubblico, invece non faranno altro che aggravarla. Per esempio, la vendita del servizio postale ridurrà il debito pubblico italiano da 2.089 a 2.085 miliardi di Euro (cosi 4 miliardi), mentre i grandi interessi finanziari si avvantaggeranno della vendita di un servizio pubblico.

L’Italia, come parecchi altri stati europei, sta raccogliendo l’appello della settimana della mobilitazione di Blockupy. Per esempio, il 16 maggio e stata una giornata di iniziative nazionali contro il biocidio e per la sovranità e la democrazia dei territori, che si è svolta in varie città a partire da Napoli, mentre il 18 maggio a Bologna è stato organizzato un corteo contro la riapertura del centro di deportazione per i migranti.

Inoltre, il 17 maggio si è svolta a Roma una manifestazione nazionale per riappropriarsi dei beni comuni, della democrazia e dei diritti sociali e contro l’accordo TTIP, l’austerità, le privatizzazioni, il precariato e la devastazione dell’ambiente.

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Slovenia

La Commissione Europea ha espresso l’aspettativa [en] che la Slovenia continui ad attuare misure fiscali di consolidamento e riforme strutturali, nonostante la crisi che attraversa il partito di maggioranza Positive Slovenia (PS), minacci la stessa esistenza del governo. Con le dimissioni date dopo appena 13 mesi dall’insediamento, il governo Alenka Bratušek (PS) ha concluso uno dei mandati governativi più brevi della storia slovena. Il cambiamento nella leadership del partito ha sconvolto la coalizione al potere.

Inoltre, il già due volte Primo Ministro e attuale leader dell’opposizione di destra Janez Janša è stato condannato dopo l’emissione di un verdetto di colpevolezza [en] da parte dell’Alta Corte della Patria durante un processo per corruzione per aver accettato la promessa di una mazzetta.

Sebbene la Slovenia abbia raccolto 2 miliardi di euro con l’emissione di un altro prestito obbligazionario [en] nel mese di aprile a condizioni alquanto favorevoli (gli investitori erano disposti a pagare fino a 9,5 miliardi), il Ministro delle Finanze Čufer continua a fare pressione per un programma di privatizzazioni di maggiore portata e più rapido della banca NLB di proprietà statale, di DARS (soggetto che gestisce tutte le autostrade), delle Poste della Slovenia, di Petrol (l’azienda leader nel settore dell’energia) e di altre aziende. Allo stesso tempo, pero, il governo non ha problemi nel ricapitalizzare addirittura un’altra banca. Pare che la Banka Celje sara salvata con circa 388 milioni di euro vicino all’estate.

Le elezioni europee sono state oggetto di discussione sempre più accesa. Le proiezioni recenti [en] vedevano vincenti i parti della destra, mentre gli elettori potevano soltanto scegliere tra due possibilità a destra, dove la sinistra è stata rappresentata da ben otto partiti. Sebbene sia troppo presto per dirlo, l’impossibilità di raggiungere un compromesso e un fuoco costante di propaganda sul tema “L’austerità e necessaria” pare possa essersi ripercossa negativamente su (alcuni) dei partiti anti-Troika.

Manifestazioni [en] contro la nuova legge sull’educazione universitaria si sono svolte a Lubiana il 16 aprile. L’opposizione a questa legge che mira ad espandere la privatizzazione delle università pubbliche e introduce le rette, ha accomunato gruppi eterogenei di studenti, lavorati di categoria e piccoli partiti politici; complessivamente circa 2.000 manifestanti si sono riuniti per dare voce alla loro protesta.

Tuttavia, c’è una questione più allarmante legata all’onda recente di manifestazioni tenutesi negli ultimi due anni. Si sta sviluppando un evidente tentativo di criminalizzare le manifestazioni e di fare pressione sulla societa civile; a Maribor, dove tale onda di mobilitazioni ha avuto inizio, alcune persone che le hanno promosse sono state chiamate a presentarsi davanti ad un comitato parlamentare [en]. Dovranno spiegare il ruolo avuto nelle proteste del 2012 e 2013 contro l’establishment.

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Notizie su di noi

TroikaWatch è stata creata da un gruppo di persone diverse, alcuni di noi lavorano per organizzazioni della società civile come Bretton Woods Project [en] [es] [fr] [el], CEO [en], CADTM [en] [fr] [es] [pt], Humanitas [en] [sl] or TNI [en] [es], altri sono attivisti in reti come Attac [it] [en] [fr] [de] [es] [pt] [it] [el], ICAN [en] [fr] [es], il Forum per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale [it] o il movimento sociale spagnolo 15M.

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Saluti da Amsterdam, Atene, Barcellona, Berlino, Bruxelles, Firenze, Francoforte, Copenaghen, Lisbona, Lubiana, Londra e Thessaloniki.
Il Team TroikaWatch

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